Gli italiani sono i lavoratori più tristi d’Europa

Questo è un dato molto scoraggiante, ma la bella notizia è che si può fare qualcosa per migliorare

Dall’ultimo report Gallup sullo “Stato globale del mondo del lavoro”, gli italiani sono i lavoratori più tristi d’Europa.

In questa classifica, risulta poi, che in Italia, solo il 4% di persone sono “coinvolte” nel proprio lavoro (siamo all’ ultima posizione in Europa e nel mondo).

Come ci ricorda Gallup, le persone coinvolte nel proprio lavoro, lavorano meglio, hanno più energia, sono più proattive, più creative, sono disposte a prendersi dei rischi, hanno relazioni migliori, insomma sono più felici. (leggi articolo Sole24 ore)

Ma se così tante persone non si sentono coinvolte nel proprio lavoro, perchè non cambiano? Perchè non cercano un lavoro che li appaghi di più?

Tantissime persone dicono che sono stanche del loro lavoro, di non trovare più soddisfazioni ma alla fine NON fanno niente.

Solo il 18% degli Italiani pensa che sia un buon momento per cambiare lavoro e di questi meno del 5% si attiva per migliorare la sua situazione.

Ma allora, se solo il 4% dei lavoratori è felice del lavoro che fa, perché solo pochissime persone si danno da fare per cambiare?

Ho provato a pensare anche alla mia storia professionale, a quanto è stato difficile prendere alcune decisioni e a cosa alla fine mi ha fatto scegliere per il salto nel buio di una nuova esperienza professionale.

Certo non è uguale per tutti, ognuno ha una molla, che ad un certo punto lo fa scattare e prendere la decisione che gli cambierà la vita, o almeno una parte di essa.

Oggi ti parlo di me, non perché sono stata più brava ma per farti capire che non sei solo nel sentirti frustrato, deluso, ma allo stesso tempo, incapace di muoverti in un’altra direzione.

Circa 10 anni fa ero la responsabile dell’Informagiovani della mia città e di una rete di una ventina di sportelli in tutta la provincia. Per qualche anno sono stata appagata del mio lavoro, era vario, conoscevo tante persone, avevo una certa libertà d’azione. Lo stipendio non era il massimo, ma questo non è mai stato importante, per essere felice devo sentirmi utile in quello che faccio, sapere che sto aiutando qualcuno mi infonde quell’energia che mi serve per andare avanti.

Dopo un po’ però, da novità era diventato tutto routine, sapevo esattamente cosa ci aspettava da me, sapevo quello che dovevo fare e lo facevo, ma mi mancava qualcosa. E quel qualcosa è diventato sempre più grande, andavo al lavoro pensando solo a quando sarei tornata a casa, anche i nuovi progetti non mi entusiasmavano più di tanto, tutti i giorni mi sembravano uguali.

Anche se mi sentivo così, non riuscivo però a vedere una via d’uscita, avevo un contratto a tempo indeterminato, un figlio piccolo, mi sentivo un’egoista a pensare di mollare un lavoro sicuro.

Ogni giorno mi sentivo più frustrata, ma allo stesso tempo non facevo niente per cambiare, ero in un circolo vizioso che mi faceva stare male, ma da cui non riuscivo ad agire.

Poi, senza preavviso, la vigilia di Natale, mi viene comunicato che avremmo chiuso, il Comune non voleva più continuare con il nostro servizio. A quel punto avevo 2 opzioni: potevo cercare lavoro in un altro Informagiovani e continuare a fare lo stesso lavoro, o potevo decidere di cambiare, fare quel salto che stavo sognando da tempo, anche se non ne avevo mai avuto il coraggio.

In quei mesi ho realizzato che tutto cambia nella nostra vita, che noi lo vogliamo o no, dobbiamo solo decidere se lasciarci trasportare dai cambiamenti o decidere noi la direzione. Ero stanca di far decidere agli altri o al caso, volevo essere io a scegliere.

Non è stato facile, perché la frustrazione degli ultimi anni mi aveva lasciato senza energie e soprattutto senza uno scopo.

Mi è venuta l’ansia di dover trovare qualcos’altro subito, sono partita in quarta e ho cominciato a rispondere a tutti gli annunci che vedevo, ma non c’era niente che mi entusiasmava, niente adatto alle mie competenze, non sapevo cosa fare.

Se ti senti bloccato, come lo sono stata io, cosa puoi fare per uscire dal tuo circolo vizioso?

Io ho fatto una cosa che mi è costata molta fatica, mi sono fermata.

Ho preso del tempo per capire chi ero, che competenze avevo maturato negli ultimi anni e cosa mi entusiasmava davvero.

È stato doloroso, avevo quasi quarant’anni e non vedevo prospettive davanti a me.

Ho sperimentato cose nuove, ho aperto un’associazione per gli animali, ho fatto un corso per animatori di bambini, volevo cambiare del tutto ambiente, ero stanca e delusa da tutto e tutti.

Forse ho perso del tempo ad inseguire altre attività ma è stato del tempo ben speso, perché mi sono resa conto che una parte del lavoro che facevo all’Informagiovani mi mancava, infatti, nel mio tempo libero, continuavo ad aiutare le persone nella ricerca di lavoro, anche se lo facevo come “volontariato”.

La paura di fallire c’era ancora ma, una frase di Maslow che ho letto mi ha aiutato a decidere, “sapere ciò che vogliamo non è la norma ma una conquista psicologica rara e difficile”.

Davvero la maggior parte delle persone non sa quello che vuole e si accontenta di un lavoro “qualsiasi”, senza cercare un lavoro che le soddisfi veramente? (solo il 4% sono coinvolte nel proprio lavoro, tutti gli altri si sono rassegnati, pensano di non poter far niente per cambiare la loro situazione).

In quel momento ho deciso che avrei fatto tutto il possibile per aumentare quel 4%

Non è stato facile e neanche immediato, mi sono rimessa a studiare, ho seguito corsi, letto libri, è stato un periodo impegnativo!

Ho trovato diversi ostacoli, a volte ho pensato di rinunciare, ma la voglia di vedere realizzato il mio sogno mi ha spinto a non mollare.

E tu cosa aspetti a cambiare lavoro?

Che qualcuno magicamente ti chiami e decida per te il tuo futuro? Che arrivi il fatidico “momento giusto”? 

Devi essere tu a metterti in gioco, devi essere tu a fare il primo passo, nessuno lo farà per te.

Se pensi che questo sia il momento giusto per cambiare la tua vita, non aspettare, comincia!

Perché vuoi cambiare lavoro? Qual è la molla che ti ha fatto scattare la voglia di cambiare?

Ti lascio la storia di una persona che ha 50 anni si è reinventata una professione

https://www.milleunadonna.it/attualita/articoli/Maria-Laura-Berlinguer-Io-blogger-a-50-anni.-Il-mio-cognome/

Se ne hai voglia, puoi leggere gli articoli che ho scritto per te nel mio Blog, magari ti daranno la giusta ispirazione!

Se invece vuoi fare due chiacchere con me e capire cosa potremmo fare insieme, chiamami, il primo colloquio è gratuito e senza impegno.

Condividi il mio post sui tuoi canali social